Video ambiti paesaggistici

Nel 2009 la Fondazione Mazzotti, su incarico della Regione del Veneto e nel quadro del progetto pluriennale “Ripensare il Veneto”, ha condotto un’ampia ricerca dedicata al “nuovo” paesaggio veneto ed ai possibili approcci culturali alle sue trasformazioni storiche e in divenire. In quell’ambito, grazie alla collaborazione con la Direzione Pianificazione Terrirtoriale e Parchi della Regione, è nata l’idea di un approccio diverso al problema della rappresentazione del paesaggio, a fini sia di supporto ai lavori di pianificazione in atto, che di allargamento della base partecipativa alla gestione del paesaggio, così come previsto dalla Carta di Firenze del 2000.
Il progetto parte quindi dalla valutazione che il concetto stesso di paesaggio è connesso alla percezione multisensoriale che l’uomo ha osservando un luogo e ai condizionamenti culturali che incidono nella sua elaborazione dell’informazione. In altri termini, dal dato inconfutabile non vi è paesaggio senza un uomo che guarda.Partendo da tale principio, si è giunti alla considerazione che gli strumenti classici della rappresentazione cartografica, pur straordinariamente evoluti, al punto da costituire delle fonti imprescindibili di informazione, non consentono, se non attraverso un linguaggio simbolico, quindi mediato, di cogliere l’aspetto più “umano” del paesaggio stesso, ovvero la sua percezione multisensoriale sincronica e la profondità diacronica data dalla memoria diretta o indiretta di quella stessa esperienza.Da ciò ne è derivata la ricerca di strumenti offerti dalla moderna tecnologia in grado di restituire meglio, o quanto meno in modo più diretto, l’esperienza della “visione”; giungendo alla conclusione che lo strumento del video, dotato di audio, permetteva di fatto di abbracciare almeno due dei tre sensi che l’uomo utilizza per percepire le forme dell’ambiente che lo circonda, ovvero le immagini in movimento e i suoni correlati. Se, inoltre, all’apparato di immagini contemporanee si fosse  riusciti ad allegare una libreria di immagini storiche, ecco che oltre all’aspetto sincronico, avremmo ottenuto anche una proiezione diacronica di tipo memoriale, in grado di far percepire il fatto, oggi ampiamente condiviso, che il paesaggio non è un dato, ma un processo, e che come tale va governato.
Esito di questo ragionamento, è stato un lavoro di sperimentazione dell’uso della telecamera a supporto dell’azione pianificatoria in atto, mediante la produzione di riprese in formato HD che avessero la caratteristica di essere il più possibile “obiettive” e riproducibili, creando uno strumento in grado di relazionarle con tutto il rimanente lavoro di rilievo e documentazione che sta alla base del Piano paesaggistico regionale.Il lavoro, applicato in via sperimentale ai due subambiti n. 19 e 20 (Medio corso del Piave; Alta pianura di sinistra Piave), ha portato anzitutto a mettere a punto una precisa metodologia nella selezione delle riprese e nella loro realizzazione, nonché alla costruzione di un supporto informatico estremamente semplice, ma efficace, in grado di contenere tutte le informazioni relative alla riprese stesse e il rimando alle altre informazioni utili (vincoli, immagini storiche). Tale strumento, in quanto precisamente georefereziato, ha la particolarità di poter essere utilizzato su qualsiasi supporto cartografico digitale (dalla carta tecnica regionale, alle ortofoto, per finire a google map), consentendo quindi una quantità di utilizzi estremamente elevata, che apre a molteplici sviluppi possibili, sia di tipo professionale, che in modalità utente, particolarmente interessanti al fine di favorire processi di partecipazione.
Al momento il prototipo è  visibile nel sito www.ripensareilveneto.it e prevede l’interazione con l’archivio fotografico storico della Fondazione Mazzotti. I video in formato full HD sono archiviati presso il centro di documentazione della Fondazione stessa e saranno a breve messi a disposizione di enti, professionisti e utenti.